mercoledì 5 marzo 2008

Battaglie istituzionali di ieri e di oggi


È consuetudine antica, ancorché deplorabile, la lite parlamentare, oggi comunemente e a sproposito denominata ‘battaglia’; succede dappertutto dove esista un minimo di democrazia e di libertà di parola. Nel nostro Paese, dove nessuno molla la ‘carega’ volentieri, fra le poche rinuncie a candidarsi alle prossime elezioni nazionali, vuoi per ‘precedenti’, vuoi per esclusione forzata, una di tali rinuncie mi è parsa particolarmente significativa, quasi drammatica: un parlamentare della passata opposizione fu investito, nel corso di una seduta, da pesantissime contumelie da parte dei suoi stessi colleghi di partito, per aver assunto posizioni autonome, vituperi tali da farlo ‘mancare’ fra i sacri banchi del Governo; egli, ritirandosi, ha dichiarato di non voler più ripetere simili esperienze.

In tempi a noi vicinissimi, in aula se ne sono viste di tutti i colori, dal nodo scorsoio agli incontri di pugilato, a pesanti offese, talvolta insensate.
Se andiamo a vedere precedenti di liti parlamentari furibonde, è emblematico ciò che successe a ‘fin de siècle, anni 1894/95’ , durante le giornate incandescenti degli scandali della Banca di Roma e le pazze spese sostenute dallo Stato per festeggiare le nozze d’argento di re Umberto II°, detto il “buono”, a fronte della estrema povertà del popolo, soprattutto al Sud e nel Nord-est.
“L’Asino”, giornale di una opposizione che, in certi momenti non andava tanto per il sottile, nonostante la perigliosità dei tempi, dopo la discussione sugli scandali, tenuta durante una seduta parlamentare, riassume gli elementi e gli epiteti, scambiatisi reciprocamente in aula, con un ‘edificante’, quanto graffiante sonetto:
Porco, carogna, lurido maiale,
Ribaldo, ladro, cane, lazzarone,
Sporco ruffian, facchino ed animale
Canaglia, infame, vile, mascalzone
Sudicio libertin, uomo bestiale,
Furfante, truffator, sconcio, lenone
Anima abbietta, mentitor triviale
Raggirator, brigante,villanzone
Falsario, basso, astuto, ciurmadore
Ipocrita, vigliacco, spudorato
Assassino, cretin, calunniatore
Mantenuto, mezzano, malcreato
Parricida, incestuoso, grassatore
Avanzo di galera … e deputato

Allegri dunque, succedeva pure allora; anche se la lirica era un po’ paradossale, rendeva comunque bene l’idea del clima parlamentare del tempo. D’altro canto, la ricchezza di vocaboli della lingua italiana permetteva e permette questo ed altro.
Allora la faccenda si concluse precariamente con il vindice attentato mortale al re, da parte dell’anarchico Bresci, venuto dall’America dov’era fuoriuscito.
Vi è da sperare che i nostri “augusti e litigiosi sovrani” del Governo a venire non ne combinino di troppo grosse; dietro l’angolo c’è sempre qualche ‘anarchico’ che, dal suo punto di vista, vorrebbe fare ‘giustizia’.
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martedì 4 marzo 2008

Flop Sanremo e gli insulti del signor Baudo Pippo


È da breve passata la ‘bufera’ sollevata al festival della canzone italiana, il quale mai ha avuta una audience complessiva tanto bassa, con share di ascolto irrisorie, al limite di un qualsiasi ordinario show. Io non ho seguito; sbirciando però distrattamente sui giornali ho dovuto constatare una volta di più che, pur non dovendosi meravigliare più di nulla, sono rimasto allibito quando ho letto con quale impudenza il presentatore, furente per l’andamento degli ascolti, ha affermato: “…per creare audience, litighiamo, sputiamoci in faccia, così fottiamo il pubblico, lo imbarbariamo e avremo un’Italia di merda…” come se i destini d’Italia dovessero dipendere dai festival del signor Baudo; linguaggio riprovevole e sboccato a parte, quale ridicola presunzione; non si illuda, con gli “sputi in faccia” non si fa audience nemmeno in patria.

Sono cinquanta milioni gli italiani, (così come a me, cittadino di questo ‘strano’ Paese) che del signor Baudo e del ‘suo’ festival non s’interessano o lo fanno sempre meno, impipandosene di una così petulante boria; non ci si può però non sentire offesi da una simile tacotanza e insolenza.
Gli epiteti rivolti a chi non ha seguito le serate canore, dovrebbero essere rispediti al mittente, con la raccomandazione di cambiare professione al più presto, per incompetenza e inidoneità; dalla sua vita in RAI che cosa ha appreso se, per incapacità e intolleranza, insulta coloro che dei festivai, di canzonette e di vacue frivolezze ne hanno ormai piene le tasche?
Altri sono purtroppo i problemi nazionali che ci sono sgranati, giorno dopo giorno, dai
media. Ad un giornalista che si chiedeva se Sanremo ha ancora un senso, il Baudo, divampando, rispose: “Lei è un imbecille!” per poi ripiegare, a scusa, su una emblematica quanto puerile espressione di italico vittimismo: “…siamo assediati!…” ha detto. Poverini, ma da chi? Ditecelo, che poi ci pensa la mamma a castigare questi cattivoni.. ...
Si sono invece semplicemente appiattiti come è successo ad altri programmi, questa è la realtà.- Un assedio ha tutt’altri connotati, che non sono certo quelli del mare di fiori che fa da cornice a Sanremo.
Una nota ‘disavventura’ giudiziaria avrebbe dovuto suggerirgli, a suo tempo, di ‘mollare’, ma, appunto perchè siamo nell’ Italia da lui preconizzata, egli è ancora lì che pontifica. Nelle scelte della organizzazione di costosissimi festival come di altri programmi di rilievo, dovrebbe essere maggiormente coinvolto il pubblico, senza che i ‘soloni’ in RAI insultino ed offendano chichessia. Il versamento del canone serve, a quanto pare, a pagare anche le varie ingiurie e contumelie.
Mutano i tempi ed i gusti; le giovani generazioni si beano della massiccia diffusione della musica, attraverso la sempre più sofisticata tecnologia; possibile che, incanutendo in RAI, qualcuno non percepisca queste avvisaglie?
Vi è da sperare che, bigiare i baudi ed i chiambretti, sia segno di una maggiore sobrietà e maturità critica dei miei connazionali.
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